I bambini e le bambine di oggi imparano presto ad utilizzare tablet e smartphone: è quasi più semplice imparare ad usare il touchscreen che formulare parole.
La tecnologia ha invaso la vita quotidiana di tutti: non sempre è un male, ma bisogna imparare a utilizzarla con consapevolezza. Per questo motivo libri come Viaggio nella rete, di Luca Feliciani e Pierpaolo Rovero, sono un ottimo punto di partenza per discutere in classe di come navigare in Internet e di quali pericoli si possono incontrare se non si è supervisionati da un adulto.
Abbiamo chiesto a Luca Feliciani di parlarci del libro e delle idee che fanno da sfondo a questo progetto.
Avete mai notato cosa succede se date uno smartphone a una bambina o un bambino di due anni?
Provateci. Vedrete che sa usare il touchscreen meglio di tanti adulti.
Non c’è da stupirsi; per lui/lei è normale, i cellulari esistono da prima che nascesse e li vede usare quotidianamente da tutti gli adulti. Ma il fatto che bambine e bambini sappiano usare gli smartphone, non sempre corrisponde al fatto che siano consapevoli di cosa stanno facendo. E, spesso, gli adulti non riescono bene nel compito di spiegarlo loro con chiarezza.
Non va necessariamente vista come una colpa. Molte volte, infatti, il genitore usa lo smartphone per impegnare il figlio e regalarsi qualche momento di tranquillità. In più, nessuno ha mai spiegato a noi adulti tutto quel che c’è da sapere sulla navigazione in rete; su questo spesso anche noi siamo poco “formati”.
Quando, con Pierpaolo Rovero, abbiamo iniziato a progettare Viaggio nella Rete, ci siamo posti proprio l’obiettivo di provare ad affrontare questo tema. Non volevamo dare risposte, ma almeno speravamo di far nascere qualche domanda.
Nel racconto, un bambino prende il telefono del papà senza permesso ed entra in un mondo magico, pieno di giochi e di cose da fare. Le sensazioni all’inizio sono tutte positive!
Ma, andando avanti, il protagonista percepisce che c’è qualcosa che non gli piace. Addirittura inizia a percepire che lui stesso sta cambiando e si sente a disagio. Desidera quindi uscire, cosa che riuscirà a fare solo con l’aiuto dell’adulto.
In mezzo a questa storia, ci sono tanti piccoli (!?!?) rimandi a situazioni reali, che ogni persona – più o meno consapevolmente – ha provato: i giochi gratuiti dove però se non paghi non riesci a vincere; le domande fatte ad un motore di ricerca che ti restituiscono infinite risposte, oppure il fatto che ogni persona sembra avere una maschera, e tu non sai mai con chi ti stai davvero relazionando.
Come dicevo, il nostro obiettivo nella storia non è quello di dare risposte. Volevamo però provare a condividere qualche passaggio chiave con gli adulti responsabili di bambini. Le ultime pagine del libro quindi, oltre ad un piccolo decalogo di regole per bambini, propongono una breve (ma intensa!) intervista ad Alessandro Curioni, noto esperto di cyber security.
Mi permetto di concludere sottolineando che non crediamo che l’approccio corretto sia quello di “demonizzare” la tecnologia, né di vietarla ai bambini o di far finta che il problema della consapevolezza non esista. La tecnologia, internet e tutto quello che ad esso si collega sono fenomeni globali e in atto; come tali, saranno sempre più presenti nelle vite di tutti, in particolari dei più giovani. Ciò che noi adulti possiamo fare è trovare i modi per far sì che – piano piano – bambine e bambini diventino autonomi e consapevoli anche in questo campo.
Il nostro desiderio è che Viaggio nella rete possa fornire un piccolo aiuto in questo senso.
Luca Feliciani
Puoi leggere qui il precedente articolo dell’autore su La Casastronave, il suo libro uscito nel 2020: una storia che raccontava ai più piccoli come affrontare il periodo del lockdown con coraggio, e anche con un po’ di fantasia!