Un barlume, nell’ora più buia
Quella di Karol Borsuk è una storia vera. Matematico e professore universitario, si ritrova prigioniero a Varsavia durante l’invasione nazista della Polonia. Il professore inventa un gioco da tavolo, tanto “buffo” quanto geniale, basato sulle equivalenze matematiche, e lo fa giocare di nascosto agli amici, che lo diffondono a macchia d’olio.
E le case della città si accendono di speranza, di sorrisi, di divertimento. Per raccontare questa vicenda serviva una piccola finzione. E così è nata Eliza, che a causa di un’esperienza traumatica non riesce più a eseguire calcoli e conti.
La vicinanza col professore e con il suo gioco le insegna che l’immaginazione e l’intelligenza sono strumenti potentissimi con cui è possibile cambiare il mondo. In modo creativo e fantasioso.
Giocando.
Giocare è una cosa seria
Lo spunto del gioco di Borsuk e della fantasia di Eliza aprono la porta a infiniti laboratori a scuola e incontri con le classi basati sul gioco e sul ragionamento. Quando porto Come volpi in mezzo ai lupi tra i ragazzi e le ragazze si ragiona sui numeri, sulla loro importanza per la nostra vita.
Immaginiamo come sarebbe il mondo se invece di un sistema numerico decimale (probabilmente nato dal fatto che abbiamo dieci dita) ne avessimo uno basato sul sei, o sul quattro. Oppure giochiamo sull’interpretazione dei simboli, sull’attribuzione dei significati e su come un segno possa essere “equivalente” (parola chiave per questa storia) per significato e importanza, ma molto
differente a seconda del contesto in cui viene impiegato.
La Storia della Seconda Guerra Mondiale
Sullo sfondo, alle vite dei personaggi si intrecciano le vicende della Seconda Guerra Mondiale e delle leggi razziali, un racconto perfetto dai 12 anni in su e adatto da leggere con le classi delle secondarie di secondo grado.
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