Gabriele Nanni, giornalista freelance, è nato a Rimini e ha vinto il Premio Il Battello a Vapore 2014 come Miglior Autore con Il numero 5, il suo primo romanzo per ragazzi, nato dalla sua passione per la pallacanestro.
Gabriele ha giocato da ragazzino nelle giovanili della Marr Rimini, dal minibasket fino alla categoria Ragazzi, ed è stato un assiduo frequentatori dei campetti, campi liberi dove i giovani si radunano e giocano partite interminabili di basket. Ha iniziato a scrivere da bambino e ha avuto la fortuna di condividere questa passione con amici che, insieme a lui, inventavano e raccontavano storie. Il numero 5 nasce da due righe di un’intervista a Dino Meneghin sulla Gazzetta dello Sport che ricordava un giocatore appena scomparso, il russo Sergei Belov.
Ora, come autore per ragazzi, Gabriele Nanni conduce molti incontri nelle scuole che gli danno la possibilità di confrontarsi con i ragazzi. Gli abbiamo posto alcune domande sul rapporto che si stabilisce con i giovani lettori.
Sappiamo che organizzi incontri nelle scuole: che rapporto si stabilisce con i giovani?
Quando conduco un incontro nelle scuole parto dalle domande dei ragazzi, che di solito vengono poste alla fine di una presentazione. Io comincio dalle loro curiosità e così finiamo per parlare del libro come se fossimo al parco seduti sotto una grande quercia invece che dentro un’aula scolastica. Si crea molta empatia, e questo aiuta a rompere il ghiaccio. A Casalecchio di Reno abbiamo inventato una storia collettiva partendo da un episodio de Il numero 5, la scuola che chiude per nebbia. E se quella non fosse nebbia? Se fosse un trucco, e per nascondere cosa? Si alzavano mani in continuazione, ognuno voleva scrivere il suo pezzettino di storia e si sorprendevano della possibilità di poterlo fare. Davvero quando torno a casa posso scrivere io il seguito del Numero 5?, mi hanno chiesto. Ma certo!
Quali sono le domande che ti fanno più frequentemente i ragazzi?
Dove hai trovato l’ispirazione per questa storia? I personaggi del libro esistono veramente? Ci sarà un seguito del Numero 5? Perché l’hai intitolato così? Sono le domande più frequenti. E poi vogliono sapere se gli aneddoti del libro sono veri e si meravigliano nello scoprire che sì, sono tutti veri! E che se passano per Rimini possono vedere realmente la scuola media che chiudeva per nebbia, o magari possono incontrare per strada i personaggi del libro, adesso diventati adulti.
I ragazzi di oggi si entusiasmano per la lettura? In che modo gli adulti possono aiutarli ad avvicinarsi?
Si entusiasmamo per la lettura più di quanto gli adulti possano credere, in particolar modo gli adulti che tendono a descrivere i ragazzi nei peggiori modi possibili. A Rimini c’è un Festival di letteraura, Mare di Libri, interamente organizzato da ragazzi dai 13 ai 18 anni. Gli adulti possono aiutarli ad avvicinarsi alla lettura in tanti modi, ma penso che la cosa più importante sia l’esempio che gli forniscono: se un bambino vede il genitore leggere invece che stare sempre sul computer, sul cellulare o davanti alla televisione, è facile che si appassioni alla lettura anche lui. E passione è la parola chiave, secondo me. Non dobbiamo dire ai ragazzi che leggere è un piacere, otterremo il risultato contrario, o costringerli a leggere un libro per analizzarlo con schede e valutazioni con il solo scopo di prendere un buon voto a scuola. Un ragazzo si appassiona a una storia se ne è coinvolto, e così dovrebbero fare gli adulti: coinvolgere i ragazzi nella storia lasciandoli anche liberi di scegliere l’avventura che piace a loro. O forse il contrario: forse sono i ragazzi che dovrebbero accompagnare gli adulti in libreria o in biblioteca. Certe cose gli adulti dovrebbero lasciarle fare a loro.
Per approfondire l’argomento e per qualche curiosità in più leggi qui un’intervista a Gabriele Nanni realizzata da Elena Orlandi (editor del Battello a Vapore).