Una storia dal tono irriverente, fresco e decisamente originale. Fabio Genovesi, autore molto amato da pubblico e critica, vincitore del Premio Strega Giovani nel 2015, fa sorridere e commuovere al tempo stesso. Rolando del camposanto è il suo primo romanzo per ragazzi.
A volte gli amici mi invitano a cena da loro, e quando non ho scuse decenti ci vado. E i miei amici hanno figli piccoli. Così si creano due tavoli, quello dei grandi e quello dei bambini. E ormai, il mio posto è al secondo. Perché io ci provo – giuro – a stare al tavolo degli adulti, solo che dopo un attimo loro attaccano a parlare di lavoro, di colleghi pigri e superiori ottusi, di spese, bollette, tasse, di giri all’Ikea organizzati per il fine settimana. Ma a quel punto, io sto già da un pezzo seduto coi bimbi. E discutiamo di cose molto più importanti. Ma davvero. Tipo cosa succede se l’Uomo Lupo incontra un lupo vero, se litigano e combattono oppure fanno branco insieme. Oppure se, in caso di invasione, è meglio che siano alieni oppure zombi.
C’è una profondità visionaria nei pensieri dei bambini, che è la vita vera. Fanno domande ai genitori, che spesso rispondono “da grande capirai”. Ma non vuol dire che da grande diventi più intelligente, è solo che crescendo ti arrendi alle ingiustizie e le accetti, ti abitui al grigiore e ti ci dipingi la vita.
Negli ultimi tempi, e soprattutto con l’ultimo romanzo, Il mare dove non si tocca, ai festival e agli incontri mi succede sempre più spesso che arrivino mamme coi figli piccoli, perché gli hanno letto a voce alta certi passaggi che potevano piacergli, e loro si sono appassionati. Vengono e mi fanno domande stupende a cui non so rispondere, mi regalano disegni dei personaggi, mi raccontano dove sono ora quei personaggi e cosa fanno. E io sorrido, sorrido per nascondere che mi viene da piangere.
Anche da bimbi si nascondono un sacco di cose, quelle più importanti magari. E le paure. Dei prepotenti che ti trattano male, colle mani e spesso colle parole che sanno fare ancor più male. Delle cose brutte che succedono intorno, alle persone a cui vuoi bene, che sono sempre state lì accanto a te e di colpo non ci sono più. E aumenta la paura del buio che sta lì a un passo, e ti blocca. Ma poi, se stringi i denti e quel passo lo fai, scopri che il buio non esiste: lo vedevi da fuori, ci entri ed è già meno buio, piano piano ti accorgi di cosa c’è lì intorno e vai avanti. In questa avventura spettinata e spaventosa e stupenda che è la vita.
Ho provato a raccontarlo, con Rolando che vive al Camposanto, col suo migliore amico che è anche l’unico, ed è un merlo. Con gli altri amici che finalmente troverà quando l’avventura lo spingerà fuori dal suo mondo, e con una spinta lo tufferà nel mare emozionante della vita. L’ho raccontata, questa storia, ai miei piccoli commensali nelle cene dagli amici. A loro è molto piaciuta. Le figlie di un mio amico erano così emozionate che mi hanno regalato un sacchetto di caramelle e dei brillantini a forma di stella.
Miglior premio non potrò avere mai.