L’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco raccontata ai ragazzi. Perché potrebbe essere utile un testo del genere a scuola?
Forse conviene chiarire alcune cose in proposito.
Intanto che si tratta di un’Enciclica che si rivolge dichiaratamente a tutti, credenti e non. Io stesso, che ho scritto il commento, sono un laico, di mestiere faccio il professore di Storia e mi sono impegnato in questo compito in quanto scrittore di romanzi per ragazzi. Quindi – pur con il massimo rispetto di cui sono stato capace nei confronti di uno scritto che per moltissimi ha un profondo significato confessionale e religioso -, quello che ho provato a fare è rendere comprensibile per un ragazzino un testo che, per quanto scritto già con uno stile un po’ più semplice in comparazione con altre Encicliche, risulterebbe troppo complesso.
Sono sinceramente convinto che delle classi avanzate della Scuola Primaria (anche le prime classi della Secondaria, facendo leva sul maggior spirito critico dei ragazzini al di sopra dei 10 anni) potrebbero lavorare proficuamente a partire dalle osservazioni contenute in questo libro.
Perché il punto, in effetti, è questo: di cosa si parla nell’Enciclica e nel relativo commento? Di ecologia, di salvaguardia del pianeta, del futuro che ci aspetta, degli equilibri politici ed economici del pianeta, delle enormi potenzialità d’azione di una umanità unita attorno a forti valori morali, di tecnologia, di educazione ‘civica’, di progetti internazionali, di iniquità tra i modelli di vita delle popolazioni più ricche e di quelle più povere, di sfruttamento e di diritti umani.
Certo, si potrebbe obiettare: cose molto difficili da comprendere già per noi adulti ed a maggior ragione (specialmente se messe così, tutte insieme) per un ragazzino. Ma proprio qui sta la sfida: questo libro cerca di rendere accessibili questi temi, anche a chi adulto non è.
La prima soluzione che ho pensato di adottare a questo scopo è stato di parlare in prima persona al mio giovane lettore (o lettrice), cercando di ‘costringerlo’ (spero amabilmente) a pensare con la propria testa agli argomenti di cui si tratta, proiettandoli nella propria vita, decifrandoli attraverso le cose che gli sono famigliari, ogni tanto ridendoci sopra.
L’ecologia, il futuro del nostro mondo, la giustizia e la vita in comunità non sono realtà distanti da noi, ma presenti quotidianamente nelle nostre azioni anche più semplici. A me è parso di capire che i ragazzini desiderano spesso cose ‘da ragazzini’, adatte alla loro età, ma non disdegnano per nulla (anzi!) di accettare la sfida di confrontarsi con le cose del mondo degli adulti. Ne hanno, di coraggio e di energia, i nostri figli: e molto più spesso di quanto ci verrebbe istintivo pensare!
Anche lei che mi sta leggendo in questo momento – molto probabilmente un insegnante – non la pensa allo stesso modo?
Naturalmente non avrebbe senso frustrare questa felice disponibilità tipica dei giovanissimi, o tantomeno soffocarla, con spiegazioni pesanti e contorte. Siamo semmai chiamati a fare il contrario. Ma questo non ci spaventa, giusto? È proprio uno dei compiti del nostro mestiere: che sia quello di insegnanti, o quello di scrittori, o quello – il più difficile – di genitori.
Paolo Colombo
Scrittore per ragazzi
Professore ordinario di Storia delle Istituzioni Politiche
Docente di Storia Contemporanea
all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano