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L’uomo che dava la caccia ai nazisti

By 2 Settembre 2022Settembre 14th, 2022Storia

Marco De Paolis, giudice investigativo, riporta alla luce i fascicoli dei processi da lui tenuti ai nazifascisti, colpevoli degli eccidi italiani della Seconda Guerra Mondiale 

Arriva in libreria un libro per bambini e ragazzi, edito da Piemme, che racconta la storia degli infiniti processi ai nazifascisti.

In una stanza dimenticata, dentro a un armadio chiuso con un lucchetto e con le ante verso il muro, c’erano nascosti centinaia di fascicoli. Sui fogli ingialliti dal tempo erano riportati nomi, testimoni, fotografie, mappe e interrogatori a cui erano stati sottoposti i presunti colpevoli degli eccidi nazifascisti, compiuti durante l’Occupazione dal 1943 al 1945.

Marco De Paolis ha deciso di girare quell’armadio, forzare il lucchetto e sfogliare quei documenti, dando inizio a una serie di investigazioni e processi per individuare i responsabili e consegnarli alla Giustizia.

La sua è la storia di una vita al servizio dello Stato, fatta di tanti sacrifici personali e piena di pericoli, ma guidata da un forte senso del dovere e un sogno: quello di dare risposte ai discendenti delle vittime e dare voce e dignità a chi ha subito le più indicibili ingiustizie.
Le storie dei processi e dei colpevoli sono state raccolte e raccontate nel libro L’uomo che dava la caccia ai nazisti, adatto a bambini e bambine dai 10 anni in su.

Al testo ha collaborato Annalisa Strada, autrice di libri per ragazzi e docente di Letteratura nella scuola secondaria di primo grado. La scrittrice ha curato anche la prefazione, inserendo nel volume un’accurata cornice storica grazie alla quale vengono fornite a ragazze e ragazzi importanti informazioni sul periodo nel quale sono accaduti i fatti citati nel libro.

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Abbiamo chiesto a Marco De Paolis di raccontare tematiche e spunti di riflessione per il lavoro sul libro in classe.

Che significato ha oggi, 80 anni dopo i fatti descritti in L’uomo che dava la caccia ai nazisti, proporre ai ragazzi un libro come questo?

Mi preme sottolineare come le cronache degli eccidi passati siano la fotocopia di quelli attuali. Solo la grande ipocrisia umana ci fa commuovere (per pochi minuti) per quelle passate, ci fa recitare grandi proclami e impegni morali (che vengono sistematicamente disattesi) per quelli attuali e poi si procede come se nulla fosse. Venire a contatto materialmente con le persone – i sopravvissuti, i familiari delle vittime – è un’altra cosa. Ci fa toccare la realtà.

Quindi direi prima di tutto che conoscere la storia, la nostra storia, è fondamentale per capire da dove veniamo, cosa è successo a persone a noi vicine. Molto più vicine di quelle di cui oggi si parla in televisione e sui giornali. I fatti narrati nel libro sono avvenuti nel nostro Paese, nelle nostre campagne, nelle nostre città (nelle scuole delle regioni dove questi fatti sono avvenuti la percezione degli stessi è ben diversa che nelle città dove queste stesse storie non sono conosciute). Dunque, conoscere quelle storie significa conoscere e capire la nostra storia d’Italia e, probabilmente, anche un po’ della nostra attualità.

E non solo: serve inoltre per capire cosa potrebbe succedere anche a noi oggi e domani se non facciamo qualcosa di concreto. Cosa?

Questo qualcosa è riconoscere e salvaguardare il valore etico dell’Uomo. Capire che la nostra civiltà e la nostra comunità è fondata su valori importanti, quali pace, solidarietà, rispetto degli altri, democrazia, tolleranza. Se questi valori non sono dentro di noi, se nessuno ci insegna a riconoscerli, ad apprezzarli e a difenderli, un domani quando saremo grandi e adulti, noi potremmo fare scelte sbagliate, terribilmente sbagliate, come quelle che fecero i nazisti nel 1939 e che poi altri hanno purtroppo ripetuto anche negli anni recenti (Ucraina docet). Pertanto, proporre un libro come questo significa riflettere sui valori che vorremmo trasmettere ai nostri ragazzi perché quei valori sono gli stessi allora come oggi.

Qual è la chiave per coinvolgere i ragazzi nella Storia che stiamo vivendo nel nostro presente? Come possono cercare di farne parte e non solo osservarla da lontano?

Per coinvolgere i ragazzi, forse, si potrebbe partire da esempi concreti, dalle azioni realizzate da persone non così distanti da loro.

Nel mio caso, ad esempio, si potrebbe evidenziare come tutto quello che ho realizzato nella mia vita professionale sia il frutto di precise convinzioni:

  • avere un sogno da realizzare.
  • credere in questo sogno.
  • credere nelle proprie capacità per realizzarlo: io, d’altronde, come tantissime altre persone, non sono un marziano, ma ero un semplice ragazzo come loro. E non avevo grandi mezzi ma semplicemente la mia intelligenza, la mia perseveranza e la forza di volontà.
  • possiamo aggiungere anche: avere avuto buoni genitori e buoni insegnanti che mi hanno avvicinato ai valori che indicavo prima. Senza figure di riferimento che siano in grado di accompagnare e di supportare le diverse fasi di crescita, le energie forti e positive possono andare in direzioni sbagliate…

Quali sono i temi di educazione civica che i docenti possono seguire per una riflessione con la classe ispirata a questo libro?

Anche se non sono un docente e non ho una conoscenza specifica dei programmi scolastici, credo che occorra anzitutto – soprattutto con ragazze e ragazzi più grandi – partire dalla nostra storia contemporanea, nella parte – appunto – poco conosciuta della seconda guerra mondiale e dell’occupazione nazista in Italia con il carico di stragi e violenze di cui sopra.

Sottolineare che quella tragedia – inserita nella più grande tragedia di una guerra mondiale che ha provocato decine di milioni di morti e paesi distrutti – è stata voluta da chi allora credeva non nei valori che oggi noi troviamo nella nostra Costituzione (legge fondamentale che regola i principi della nostra convivenza), ma in disvalori contrastanti con quelli. Dunque, attenzione a chi oggi si pone direttamente o indirettamente contro questi nostri valori.

A questo proposito direi che importanti sono proprio alcuni articoli della Costituzione Italiana: anzitutto gli articoli iniziali, quelli che si chiamano “PRINCIPI FONDAMENTALI” (artt. Da 1 a 12). E poi tanti altri: la libertà personale (art. 13), le libertà di riunione e di associazione (artt. 17-18), la libertà religiosa (art. 19), la libertà di manifestazione del pensiero (art. 21), la libertà di arte e insegnamento (artt. 33-34), le libertà politiche (artt. 48 ss.).

Tutte queste libertà non sono scontate ma sono il frutto (direi il regalo) di chi ci ha preceduto. Sacrificando anche la propria vita per questo. Non è retorica, ma sono fatti. Fatti che sono realmente accaduti e che noi ricordiamo proprio perché sono importanti. Tanto importanti che il nostro Stato decise di dedicargli due feste pubbliche, nazionali: il 25 aprile, la Festa della Liberazione dal nazifascismo, e il 2 giugno, la Festa della Repubblica.

Certamente, se non si conosce la storia – passata ma anche recente – e non si approfondisce il tema etico che è sotteso ad esso, non si possono formare buoni cittadini. È importante che gli insegnanti siano in grado di realizzare questa formazione: credo che in alcuni casi questo libro – o questo genere di libri – possa essere un utile strumento anche per la loro formazione.


Per ulteriori approfondimenti segnaliamo una mostra audiovisiva itinerante, curata da Marco De Paolis, sui temi dei crimini di guerra tedeschi e sui processi penali militari in gran parte istruiti da lui stesso: “Nonostante il lungo tempo trascorso… Le stragi nazifasciste nella guerra di liberazione 1943-1945”.

Potete visionare qui il flyer di Firenze per dare uno sguardo al percorso fotografico che la mostra offre. Vi segnaliamo anche le prossime tappe:

  • Palermo: ottobre 2022;
  • Napoli e Torino: tra gennaio e aprile 2023 (periodo in via di definizione);
  • Milano: aprile 2023;
  • Bologna: ottobre 2023.