Il gioco è un momento importante nella vita di un bambino, il canale attraverso il quale passano l’apprendimento, lo sviluppo cognitivo e relazionale dell’individuo.
Per comprendere il grado di importanza che riveste il gioco nelle diverse fasi dell’infanzia pensiamo semplicemente che giocare significa per un bambino ciò che lavorare rappresenta per un adulto.
Le attività ludiche, di qualsiasi tipologia esse siano, stimolano la creatività, l’ingegno, l’interesse e contribuiscono a far crescere il bambino in rapporto alla società di cui è parte. Ogni cultura infatti ha i propri giochi, specifiche tradizioni ludiche che vengono tramandate da padre a figlio.
Il gioco riveste un ruolo fondamentale anche nei Paesi più poveri e, anzi, forse ancora di più in Paesi in cui un pallone o un aeroplanino di carta costituiscono una ricchezza assai grande agli occhi dei bambini.
Indipendentemente dal tipo di nazionalità, etnia e cultura, il significato della parola “giocare” è lo stesso per tutti i bambini del mondo ed è interessante notare come le modalità attraverso cui farlo differiscano da paese a paese, sulla base delle risorse che ogni singola comunità ha a disposizione.
Con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla necessità di tutelare il diritto all’infanzia tra i bambini dei paesi più poveri in Africa, America Latina e Asia, ActionAid Italia presenta una particolare infografica che raccoglie alcuni tra i più singolari giochi dei bambini nel mondo, specchio della società cui gli stessi bambini appartengono.
Tra i tanti, il gioco di squadra più comune in Zambia sembra essere Il serpente, in cui due squadre si sfidano all’interno di un campo da gioco per raggiungere, strisciando, la “gazzella” ovvero un giocatore posto al centro del campo. In Etiopia, invece, tutti conoscono il kukulu, un gioco di gruppo che ricorda il nostro nascondino. E ancora, in Bangladesh il phelhle tiene gruppi di bambini concentrati per intere ore nel tentativo di non perdere l’equilibrio all’interno del cerchio di gioco.
La situazione in cui vivono intere comunità nel mondo rappresenta la totale negazione del diritto all’infanzia dei bambini di quelle comunità, quotidianamente costretti a fare i conti con problematiche più grandi di loro: matrimoni precoci, mal nutrizione, malattie, lavoro e sfruttamento minorile.
I dati sono allarmanti. Solo in Zambia il 41% dei bambini tra i 5 e i 14 anni sono costretti al lavoro minorile, mentre il tasso di mortalità sotto i 5 anni è di 85 decessi ogni 1000 nati vivi. Numeri che spaventano e che rendono chiaro il quadro della situazione in cui si trovano a vivere migliaia di bambini indifesi e spaventati.
Il diritto all’infanzia va tutelato, i diritti dei bambini nel mondo vanno rispettati e i loro giochi preservati. “Il serpente”, il “kukulu”, il “phelhle” hanno bisogno di bambini che portino avanti le loro tradizioni e che insegnino ad altri bambini le regole del gioco.
A cura di: ActionAid