E se in classe all’improvviso ti vedi di fronte non la tua solita e amata maestra ma una perfetta sconosciuta?
E se in più questa sconosciuta ti annuncia che con lei farete “lezione di religione”?
La religione, nel caso del mio libro, è quella ebraica e lo sfondo dove tutto succede è un scuola (sempre ebraica) nel periodo della guerra e delle persecuzioni razziali.
I bambini della 3ª della “Vittorio Polacco” di Roma non ne vogliono proprio sapere di questa maestra che pretenderebbe di far ripetere preghiere e spiegazioni sulle feste religiose. Agnese (questo è il nome della maestra) viene subito bollata come “lagnosa” perché non fa che lamentarsi. Certo un po’ ha anche ragione, dato che i bambini non dimostrano nessuna voglia di starla ad ascoltare.
Ma, su consiglio della più anziana e collaudata collega, la maestra Agnese decide ad un certo momento di puntare sulla Bibbia scegliendone i racconti più avventurosi e avvincenti. E arriva subito il successo. I bambini rimangono affascinati, anzi, si appropriano di qualcuna delle storie anche perché la maestra pretende che siano i suoi alunni a ripetere in classe con proprie parole l’episodio che lei ha raccontato il giorno prima.
Il risultato sarà vitale ed anche inconsapevolmente umoristico.
Poi, quando l’Italia finisce sotto occupazione tedesca e gli ebrei devono tutti fuggire per non essere deportati, i bambini della nostra storia, per misteriosa combinazione, si salveranno ripetendo le stesse modalità del racconto biblico che di più hanno amato.
Che cosa ho voluto dire con questa “Quando tornò l’Arca di Noè”?
Penso che la prima spinta sia stato il desiderio di ricordare alcuni episodi della Bibbia che mi avevano appassionato (e forse formato) nell’infanzia. L’espediente letterario è stato quello di farli raccontare dalla voce dei bambini in classe per poterli rendere così innovativi e leggeri.
“La salvezza” nel tragico momento della “caccia all’ebreo” da parte dei tedeschi è ovviamente, per motivi di biografia personale, un nodo emotivo che mi si presenta spesso nel momento in cui scrivo una storia che va a sfiorare quegli anni e quel tempo… Anche io, allora bambina ebrea, mi sono salvata grazie alla concatenazione di una serie di circostanze magari più banali. Inventarne qualcuna “biblica” mi ha stimolato e coinvolto molto di più perché anche la fantasia ha giocato un suo ruolo importante.
Ma c’è stato anche un elemento forse più esterno che mi ha interessato fare emergere. Il personaggio “Agnese” non è la solita insegnante perfetta, una specie di quella maestra-guida che si tende a rappresentare. No, lei è una donna un po’ buffa, insicura e anche permalosa. Ma, alla fine, è un’insegnante che trova la sua via giusta per catturare gli alunni. Ha appreso e usato al meglio l’arte di raccontare.
E così, quando la bambina Mirella riesce ad attraversare il fiume in un punto asciutto proprio come ha fatto Mosè con il mar Rosso, invece di gridare dentro di sé “Grazie Mosè!” la frase che le viene in mente per prima è “Grazie maestra Agnese!”.
Lia Levi
Scrittrice di romanzi
per adulti e per ragazzi
In occasione del Giorno della Memoria, quotidiani e riviste hanno segnalato alcuni nuovi titoli dedicati alla Shoah. Fra la produzione per ragazzi, particolare evidenza è stata data al libro di Lia Levi e all’impegno dell’autrice nel dialogare con i lettori più giovani su un tema così forte.
Consulta i materiali didattici dedicati a “Quando tornò l’arca di Noè”.