Da bambino sono vissuto in un mondo di suoni e di voci che rendevano dolci e misteriosi anche i momenti di solitudine. Quelli di un’infanzia povera che si nutriva per lo più di ciò che la terra generava spontaneamente o che donava con generosità se riceveva le cure di un contadino saggio e paziente.
Ai confini del paese, dove iniziavano i prati e la campagna, bastava coricarsi sull’erba per essere raggiunti subito dalle voci del vento tra le foglie, dal verso ossessivo delle cicale, dai canti degli uccelli che sembravano sottoporsi al giudizio di chi li ascoltava mentre volavano da un albero all’altro, o stando nascosti tra le chiome a far da guardia ai piccoli appena nati.
Non avevo timore della terra, delle creature che vivevano nascoste nelle pieghe delle sue zolle, come le talpe o i lombrichi, e osservavo con curiosità le lucertole che palpitavano al sole in attesa di prede invisibili.
E che dire delle sere in cui i prati si riempivano di lucciole e invitavano i bambini ad amare il buio e il silenzio e a contemplare la luna e le stelle?
Consapevole che queste esperienze di comunione profonda con la natura oggi sono per lo più negate ai bambini che vivono nelle nostre metropoli, quando insegnavo facevo in modo di far trascorrere ai miei alunni almeno alcuni giorni in ambienti simili a quelli dove ero vissuto da piccolo. Ricordo, per esempio, le nostre passeggiate notturne intorno alla cascina Brero, nel parco della Mandria, alla periferia di Torino.
Oggi i nostri bambini sono spesso raggiunti da messaggi catastrofici sulle condizioni della Terra e di chi la abita: cambiamenti climatici, alluvioni, desertificazioni, fame, migrazioni di massa.
Tante verità, tanti allarmi giustificati che, nella loro ripetitività, alla fine finiscono per lasciare i bambini o spaventati o indifferenti. Mentre invece bisognerebbe farli sentire protagonisti nella difesa di questo prezioso puntino dell’universo sul quale un giorno sono stati chiamati a vivere.
Bisogna insegnare loro a compiere gesti, assumere comportamenti, fare scelte con entusiasmo, passione e intelligenza.
Ecco perché ho deciso di scrivere Valentina e la voce del pianeta.
È un libro nel quale racconto il mondo di ieri, quello di oggi e come presumibilmente sarà domani, a seconda delle decisioni che prenderemo giorno dopo giorno. Ho messo a confronto voci, esperienze, testimonianze, memorie. Ho parlato di come il mondo sia cambiato dando un senso nuovo a parole come giustizia, libertà, diritti.
Ho dato voce a infanzie vicine e lontane, ho parlato di istruzione e di scuola, di bambini che hanno quasi tutto e di bambini che hanno poco o niente.
È stato un viaggio al termine del quale ho sentito di aver fatto la mia parte come maestro, come scrittore, come uomo. Con Valentina, credo di avere dato ai bambini, e agli adulti che li aiutano a crescere, una ragione in più per scommettere sul futuro ascoltando con rispetto la voce del pianeta.
Angelo Petrosino
Scrittore di libri per ragazzi