Come ogni anno, anche nel 2023 si è tenuto il Premio Battello a Vapore, indetto dall’omonima casa editrice. Il concorso prevede che gli aspiranti autori mandino in forma anonima i loro contributi inediti destinati a bambini e ragazzi. Poi una giuria di esperti del settore selezionerà l’opera vincitrice tra una cinquina di finalisti, rivelando solo alla fine l’identità dell’autore o dell’autrice.
Lo scorso anno è toccato a Sara Bongiovanni con Ellie. Maga senza magia.
Sara è un’insegnante della Scuola Primaria e in questa intervista ci ha spiegato perché secondo lei Ellie potrebbe essere la storia perfetta per affrontare in classe temi attualissimi, come la paura del diverso e l’importanza di scoprire e riconoscere il proprio valore.
La trama del romanzo
Ellie. Maga senza magia
di Sara Bongiovanni
Nel Torshire i maghi convivono pacificamente e dominano gli elementi della natura. La società è divisa in Maghi della Terra, dell’Aria, del Fuoco e dell’Acqua e ognuno svolge il suo ruolo. Ma non Ellie. Nonostante gli sforzi, suoi e dei genitori, la sua magia non è ancora comparsa e lei teme di essere mandata via da un giorno all’altro.
Proprio quando ogni speranza sembra perduta, Ellie si imbatte in un cucciolo ferito di lupo mannaro, una specie temutissima e nemica dei maghi. Nonostante la paura, lei non riesce proprio ad abbandonarlo a se stesso e decide di prendersene cura. Nel farlo non sarà sola, ma troverà la complicità di alcune sue compagne di classe, che diventeranno così sue grandi amiche.
La scelta di Ellie porterà a conseguenze rivoluzionarie, non solo per lei, ma per tutto il suo mondo.
Un libro per chi si sente diverso da tutti gli altri.
La vicenda di Ellie inizia con una storia, più precisamente una leggenda che racconta com’è nato il suo mondo e quali sono i suoi equilibri. Secondo te, oggi, le storie che ruolo hanno nella vita di grandi e piccoli?
Le storie riempiono il nostro mondo e la nostra stessa vita anche quando non ce ne accorgiamo. Esse creano e modellano la cultura, costruiscono la memoria della comunità, offrono radici a tutti noi. Fin da bambini siamo predisposti ad ascoltarne e inventarne di nuove. Nella vita dei più piccoli, poi, i racconti hanno un ruolo importantissimo, non solo perché stimolano ascolto, attenzione, creatività, pensiero critico, ecc. ma anche perché aiutano a elaborare il mondo che ci circonda, ad attribuire dei significati, a comprendere la realtà. E, poi, sono un bellissimo momento di condivisione tra il bambino e chi lo accompagna nella crescita.
Il personaggio di Ellie, come dice anche il titolo, è un po’ difettoso, non è come tutti si aspettano che sia. Da dove hai preso ispirazione per crearla?
Ho trovato l’ispirazione a scuola. Sono insegnante e lavoro con bambini dai sei ai dieci anni. Ellie, per me, è il bimbo con dislessia nel suo primo anno alla primaria, è il bambino che resta in panchina dopo aver partecipato a tutti gli allenamenti, è chi fatica a relazionarsi con i compagni, nonostante i tentativi. Nella scuola primaria tutti i bambini si trovano ad affrontare i primi “fallimenti”, dal brutto voto a scuola al litigio con l’amico. Crescendo, si diventa consapevoli di avere delle debolezze, di non essere perfetti. Ellie è un personaggio imperfetto perché tutti lo siamo, ciascuno ha i propri difetti e dovrà affrontare, nella vita, piccoli e grandi insuccessi. Ellie è una dedica a chi fallisce nonostante l’impegno.
Spesso Ellie, soprattutto all’inizio, si definisce un pesce rosso proprio per via di questo suo essere diversa da tutti, ma conoscendosi meglio, capisce di essere unica e speciale. Come si potrebbe riflettere su questo tema a scuola e perché è importante parlarne?
A scuola il tema della diversità è affrontato più di quanto si possa pensare, ma tra tutti i progetti e le attività ad essa dedicate, io credo che sia la quotidianità a fare la differenza. La scuola italiana è una scuola inclusiva: questo significa che nelle nostre scuole, il tema della diversità lo si affronta prima di tutto stando insieme, condividendo e collaborando. La vicinanza tra individui diversi fa emergere l’unicità di ciascuno e ci ricorda che tutti siamo pesci rossi in qualche cosa, chi nella matematica, chi nello sport, chi nel canto.
I temi che permeano il libro sono tanti: l’amicizia, il coraggio, la magia, la necessità di andare oltre le apparenze e di sfidare le proprie convinzioni. Cosa diresti per incoraggiare gli insegnanti a scegliere il tuo libro come lettura di classe?
Un tema che mi capita spesso di affrontare in classe (specialmente in quarta e quinta) e su cui Ellie avrebbe qualcosa da dire è la capacità di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà. Nella preadolescenza, succede spesso che problemi e difetti diventino “muri” tanto alti da impedire di vedere tutto il resto. Ellie, nella sua storia scopre che, oltre quei muri, c’è un mondo intero; così, a poco a poco, prende in mano la sua vita e smette di essere spettatrice passiva di quel che le capita. Aggiungo, infine, che consiglieri il mio libro in quelle classi in cui c’è un gruppo consistente di bambini o ragazzi appassionati di fantasy, di storie che parlano di magia e di creature leggendarie.
Le storie che leggiamo parlano a ognuno di noi in modo diverso. Tu cosa vorresti che rimanesse del tuo libro a chi lo legge?
Mentre scrivevo la storia di Ellie, non avevo intenzione di trasmettere una morale in modo esplicito. Piuttosto, il mio desiderio era che il libro potesse fare compagnia ai giovani lettori, accompagnandoli in un viaggio ricco di magia, capace di far volare la fantasia e accendere l’immaginazione. Nel suo viaggio, Ellie deve imparare ad accettarsi per quel che è, andando oltre il suo grande difetto. Non vivere per compiacere gli altri e non darsi mai per vinti: forse è proprio questa l’idea che vorrei restasse una volta chiuso il libro.
Nella parte finale si accenna a come la scuola dovrebbe tirare fuori il meglio dagli studenti. Visto che tu sei un’insegnante, puoi approfondire questa riflessione?
Credo profondamente nella scuola e penso davvero che la sua missione sia quella di aiutare ogni studente a esprimere al massimo il suo potenziale. La scuola ha il compito di stimolare la crescita individuale, di offrire strumenti ed esperienze formative, di accompagnare lo studente nella costruzione di quelle competenze che gli saranno necessarie per tutta la vita. Al tempo stesso, penso sia giusto che essa esiga impegno, responsabilità e dedizione da parte degli studenti. Mi piace concludere ricordando che la scuola, da sola, può fare ben poco. La scuola ha bisogno di famiglie e di comunità che camminino nella sua stessa direzione, perché, come dice il proverbio, “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”.