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Il dramma dei profughi attraverso la voce di Fabrizio Gatti

By 13 Aprile 2023Attualità
Fabrizio Gatti

Un Paese distrutto dalla guerra. Centinaia di persone da mettere in salvo. Fabrizio Gatti attraversa di nuovo il mare, dalla Libia al largo di Lampedusa, per raccontarci il viaggio di una famiglia siriana, e di tante altre famiglie dal destino simile, verso la salvezza. Lo fa affidandosi a una voce impossibile, ma più vera e più forte di qualunque altra. È la voce di un bambino non ancora nato, Mabruk, che tutto vede e ci fa vedere, mai accettare. Ed è insieme la voce dei suoi coraggiosi compagni di viaggio. E di tutte le persone a cui sia toccato in sorte di scappare dal proprio Paese in guerra.

Un romanzo ispirato a un’incredibile storia vera (passata alle cronache come “la nave dei bambini”) con un finale che ci interroga sul significato di essere figli, genitori e persone libere. E sulle responsabilità e i ruoli che la società ci affida.

L’autore

Fabrizio Gatti è uno dei più noti giornalisti italiani, celebre per le sue inchieste da infiltrato sulle rotte dell’immigrazione irregolare dall’Africa all’Europa, sul caporalato nell’agricoltura e nell’edilizia. Molti suoi articoli sono stati tradotti in tutto il mondo.

L’ultimo saggio di Fabrizio Gatti, L’infinito errore. La storia segreta di una pandemia che si doveva evitare, ha venduto oltre 12.000 copie. Sulla dura realtà dei migranti Gatti ha pubblicato il saggio inchiesta Bilal. Viaggiare, lavorare, morire da clandestini, prima in Rizzoli e ora nel catalogo de La nave di Teseo, da cui Sky sta traendo una serie TV di otto episodi.

Nato sul confine, edito per Rizzoli, è il ritorno alla narrativa dell’autore che pone a tutti una domanda: noi, al loro posto, che cosa avremmo fatto?

La trama

L’11 ottobre 2013, un peschereccio con quasi 500 persone a bordo si ribalta vicino alle coste di Lampedusa. In quella tragedia persero la vita circa 268 persone, tra cui 60 bambine e bambini (da qui il nome dato dalla cronaca “la nave dei bambini”).

Fabrizio Gatti, però, nel libro non vuole raccontare la tragedia, bensì tutto quello che è avvenuto (e continua ad avvenire) prima, durante e dopo le tragedie che ci vengono raccontate.

Il libro narra infatti un viaggio di speranza di una famiglia siriana che salpa dalla Libia per sfuggire alla guerra. La voce narrante è quella di Mabruk, che sta crescendo nella pancia della mamma.

La testimonianza viene quindi filtrata dagli occhi di un bambino che, pur non scontando nulla, riesce a parlare di attualità a ragazze e ragazzi dai 13 anni in su.

Una nota di Fabrizio Gatti

«L’11 ottobre 2013, verso le 17.30, sono sulla banchina del porto di Lampedusa per seguire il recupero dal mare delle 368 vittime del precedente naufragio, avvenuto la notte del 3 ottobre a poche centinaia di metri dall’isola. Arriva da casa un pescatore e lo sento dire a un collega, intento a riparare le reti sulla sua piccola barca: “Il telegiornale ha appena dato la notizia di un altro naufragio a sessanta miglia a sud di Lampedusa. Ma dicono che sono usciti i soccorsi maltesi, perché Malta è più vicina”.

Chiunque conosca a memoria la carta geografica del Mediterraneo, sa che un barcone a sessanta miglia a sud di Lampedusa non può essere più vicino a Malta. Così quel pomeriggio, per fissare l’ora, scatto una foto ai mezzi di soccorso italiani ancora fermi al molo. Perché non hanno ricevuto l’ordine di uscire, se Lampedusa è il porto più vicino al punto del naufragio?

Da quella fotografia e da questa domanda comincia la mia inchiesta giornalistica, che dopo quattro anni di ricerche verrà acquisita in un procedimento penale.

Il 2 dicembre 2022, al termine del processo cominciato soltanto il 15 novembre 2019, il Tribunale di Roma decide la non punibilità, per la prescrizione dei reati, dei due ufficiali italiani che quel pomeriggio erano responsabili delle operazioni della Guardia costiera e della Marina militare. Erano accusati di omicidio colposo e rifiuto di atti d’ufficio.

Nella sentenza di primo grado, i giudici stabiliscono però che “la dolosa omissione ha comportato la morte dei migranti e dunque sussistono gli elementi costitutivi di tutti i reati ascritti che, dato il tempo trascorso, sono estinti per intervenuta prescrizione”. Sui 480 passeggeri del peschereccio blu partito da Zuara e colpito dalle raffiche di mitra di una motovedetta libica, muoiono in 268: tra loro, sessanta dei cento bambini a bordo. Soltanto ventisei corpi vengono recuperati. Mabruk, nato pochi minuti prima del ribaltamento, la sua mamma e la quasi totalità delle vittime sono scesi per sempre in fondo al mare.

Dopo i naufragi del 3 e dell’11 ottobre, il governo italiano darà il via all’operazione di soccorso Mare Nostrum: in un anno di attività, la Guardia costiera e la Marina militare salveranno oltre centomila persone».

Perché leggerlo a scuola

Nato sul confine tratta temi di attualità, argomenti che ragazze e ragazze spesso studiano sui libri di scuola, ma che non riescono a comprendere fino in fondo perché distanti tra loro.

Il libro di Fabrizio Gatti parla di guerra, di questioni politiche, di persone che rischiano la propria vita per salvarsi. La storia sensibilizza i più giovani e approfondisce le notizie di cronaca che, ormai, vengono apprese solo tramite social o per sentito dire. La lettura stimola la riflessione in classe e lo sviluppo di un pensiero critico sul tema.

Approfondimenti ulteriori: il libro Mare nostro. Cronache di una nave che fa la differenza di Alessandro Porro e Marco Magnone racconta il punto di vista dei volontari che salvano la vita delle persone in mare. Ne abbiamo scritto un approfondimento qui.