Un anno fa usciva in libreria un piccolo libro giallo dal titolo Pensa che ti ripensa. Era una specie di scommessa, un azzardo quasi, perché parlava di quanto i bambini siano filosofici, di quanto cioè i giovanissimi siano desiderosi di capire se stessi, il senso della vita, del tempo, del mondo. Pensa che ti ripensa nasceva dalle domande che talvolta affiorano nei miei incontri nelle scuole, o che si ritrovano nelle pieghe di molte delle mie storie, e non solo delle mie. Avevo molti dubbi su questo libro: su come sarebbe stato accolto dagli insegnanti, su come l’avrebbero trattato i librai e i bibliotecari, e soprattutto quale sarebbe stata la reazione dei lettori.
A distanza di un anno, posso dire che la scommessa è stata vinta: Pensa che ti ripensa è stato accolto meglio di quanto avessi mai osato sperare. Sono emerse realtà scolastiche in cui, a volte non sotto questa etichetta ma con passione, la filosofia viene praticata. Ho incontrato decine e decine di insegnanti che non si sono mai sottratti all’approfondimento sulle grandi questioni umane e che, con i loro bambini, stimolano ogni giorno, con modalità diverse e a volte sorprendenti, la riflessione filosofica a partire dalla lettura, dal vissuto dei ragazzi, dai piccoli e grandi eventi quotidiani che appartengono alla storia di una classe. E nessuno, tra le centinaia di bambini e ragazzi che ho incontrato grazie a questo libro, mi ha mai detto: “Avrei preferito una storia”. C’è un tempo per le storie e un tempo per la riflessione, e i due momenti non sono incompatibili, bensì complementari. I bambini lo sanno.
Ma c’è una grande parte della filosofia che in Pensa che ti ripensa è stata soltanto sfiorata. Su di essa difficilmente i giovanissimi vengono portati a riflettere, perché molti adulti credono che sia una cosa da grandi, o riservata a pochi: è la filosofia della politica e delle leggi.
Eppure noi, tutti noi, siamo animali politici. Ovunque l’uomo abita, ci sono leggi e regole sociali. Sempre, dove c’è l’uomo, c’è una società, e ognuno di noi ne fa parte. Siamo sempre cittadini, di una metropoli, di un piccolo paese o del mondo, ma cittadini. Dunque ogni nostra azione verso gli altri, ogni nostro comportamento sono, per certi versi, politica.
Io e gli altri parla del nostro mondo, fuori e dentro la scuola e la famiglia, un mondo sociale di cui i bambini e i ragazzi sono parte integrante: sono testimoni troppo spesso senza diritto di parola, a volte purtroppo sono vittime o strumenti, e sempre possiedono una inestinguibile sete di giustizia ed equità. Domani saranno i protagonisti. Ciò che succede in paesi lontani o vicini al nostro non riguarda soltanto i grandi potenti della terra o i pochi che “fanno politica” per mestiere: chiunque abiti questo pianeta può fare la differenza, e questa responsabilità va in qualche modo mostrata, preparata, spiegata. Io e gli altri è dedicato ai cittadini di un futuro vicinissimo, e a tutti quegli adulti che vorrebbero lasciare in eredità un mondo migliore di quello che hanno trovato.
Anna Vivarelli
Scrittrice di libri per ragazzi
Vincitrice del Premio Il Battello a Vapore 1996 e del Premio Andersen 2010 come Miglior Autore