Fare Memoria non è semplicemente ricordare il passato. Fare Memoria è conoscere le storie del passato perché quelle storie diventino nostre. È provare empatia con quanto accaduto perché si possa arrivare, di conseguenza, a cambiare noi stessi. E a cambiare il presente.
Ricordare è in fondo un atto un po’ lento: c’entra solo con noi stessi, con la nostra storia, con quel che ci riguarda. Fare Memoria è invece un’azione dinamica, perché ci mette in moto, ci spinge a ricordare la storia di sconosciuti, di estranei, di persone molto lontane da noi e non solo perché nate cent’anni fa, ma perché diverse. A volte profondamente diverse.
Ricordare i propri simili è quasi naturale. Ricordare chi è diverso è complicato, ma contiene in sé la bellezza della civiltà e la bellezza delle responsabilità: così fare Memoria è un atto civile. Ed è una responsabilità che ci prendiamo sul presente.
Perché la storia finisce nei libri? Forse perché sono i contenitori naturali delle storie, e tra storia e storie la differenza è minima? Forse sì. O meglio: sì. Ma non è tutto qui. La Memoria finisce volentieri nei libri perché le parole ci aiutano a provare empatia per le storie di ieri, e soprattutto per chi le ha vissute. I libri ci invitano a desiderare di essere amici dei protagonisti, anche quando sono in difficoltà, e quando sono vittime di odio razziale, come nella Shoah. Anzi, tanto più i protagonisti sono particolari, diversi, originali, odiati, tanto più li amiamo. Simpatizziamo per loro, modifichiamo il nostro modo di pensare per non somigliare agli odiatori e ai violenti.
Scrivere di Shoah impone una ricerca continua sulle fonti. La precisione è rispetto, quando si racconta una storia. E fare Memoria a scuola attraverso i libri significa essere disponibili al cambiamento: non è solo un leggere per sapere le cose di ieri, ma è un leggere liberi e coraggiosi, disposti a cambiare il presente in nome delle storie di ieri.
Matteo Corradini
Matteo Corradini, ebraista e scrittore, da anni si occupa di didattica della Memoria. Tra i numerosi titoli pubblicati, segnaliamo qui in particolare il suo Solo una parola: un racconto simbolico che prende spunto da una storia vera, guidando così i bambini a comprendere, in modo semplice ed efficace, il meccanismo sottostante a tutte le discriminazioni razziali.
La nuova edizione, in libreria dal 19 gennaio, fa parte del progetto BUR Memoria: quattro grandi romanzi del catalogo Rizzoli che raccontano una delle pagine più dure e dolorose della nostra Storia.
Oltre al libro già citato, la nuova edizione di:
- John Boyne, Il bambino con il pigiama a righe, dagli 11 anni
- Joseph Joffo, Un sacchetto di biglie, dai 10 anni
- Judith Kerr, Quando Hitler rubò il coniglio rosa, dagli 11 anni