È l'aprile del 2021 quando Lia Levi ritrova per caso questo breve romanzo, più di settant'anni dopo averlo scritto. Era sepolto nel cassetto della sua scrivania, venticinque fogli di carta ingiallita dimenticati nel risvolto del diario della madre: il primo libro scritto da Lia quando aveva solo dodici anni, durante la guerra. È ambientato nel periodo delle Leggi razziali fasciste e dell'occupazione nazista, e protagonista è una famiglia ebrea. Non si tratta però della famiglia della scrittrice, bensì di personaggi inventati: ci sono una mamma e un papà, c'è Marcella, la giudiziosa figlia maggiore, e c'è il fratellino Bobi, che è tutto il suo contrario. Ha già un titolo: Dal pianto al sorriso. Il testo originario viene qui riprodotto fedelmente, come prezioso documento storico, accompagnato da un'introduzione dell'autrice e da un dialogo immaginario tra la Lia di oggi e la Lia ragazzina di tanti anni fa. Perché leggerlo in classe Per raccontare le conseguenze tragiche delle leggi razziali. Per avere una testimonianza diretta degli effetti dell'occupazione nazista sulla vita degli ebrei italiani. Per mostrare ai ragazzi come anche l'esperienza peggiore può trasformarsi in arte e letteratura. Trovi qui il video di Lia Levi dedicato agli insegnanti.
LeggendoLeggendo10 Novembre 2021