Da una delle più brave divulgatrici di cultura classica, una grande lezione su ciò che il mondo classico ancora ci racconta di noi.
Il liceo classico non serve più, “Il greco e il latino sono lingue morte”, “Insegnare culture nate più di due millenni fa è una perdita di tempo.” Studiare il mondo antico sembra un lusso che oggi non ci si può più permettere, se si vuole stare al passo con le nuove tecnologie, i nuovi mestieri, le nuove competenze. Come mai allora le storie raccontate nei miti non smettono di appassionarci? Laura Pepe scioglie questa contraddizione invitandoci a partecipare a una giornata di lezioni tenute da sei insegnanti molto speciali. A parlare delle divinità greche, di quanto siano potenti ma anche a loro modo imperfette, è Esiodo; Omero rivela ciò che occorre per essere un eroe; alla terza ora, Saffo riflette sul concetto di amore ai suoi tempi, in un certo senso persino più evoluto di quello odierno; in palestra, Pindaro dimostra quanto lo sport, ieri come oggi, riesca a unire i popoli; nell’ora di educazione civica, Pericle ricorda quanto sia importante che tutti si interessino alla politica e, prima che suoni l’ultima campanella, Fidia, dall’alto dell’acropoli di Atene, ci fa riscoprire le meraviglie dell’arte. Ascoltare le parole di questi giganti significa esplorare una cultura per parecchi aspetti distante da quella a cui siamo abituati; ma anche riconoscere che in quella cultura, che ha scritto parte della nostra storia, noi ci siamo ancora.
Perché leggerlo in classe
- Per avvicinare i ragazzi al mondo classico.