L'inedita testimonianza di Bruna Cases, raccontata a partire dal suo diario di bambina.
Nel 1943 Bruna Cases aveva solo nove anni quando con la famiglia riuscì a trovare rifugio in Svizzera grazie ad alcuni “contrabbandieri”, uomini che per denaro accompagnavano al confine profughi ebrei e perseguitati. In quei giorni concitati la piccola Bruna prese appunti ovunque per non dimenticarsi di nulla e, una volta in salvo, li trasformò nel suo personale diario di fuga.
Oggi, partendo proprio da quelle pagine di paura e di speranza, Bruna condivide con noi la sua testimonianza: dalle Leggi razziali del 1938 e le crescenti difficoltà per tutta la sua famiglia, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti su Milano, fino alla decisione più sofferta: lasciare l’Italia e provare a raggiungere un Paese neutrale.
Un racconto fatto di piccoli e grandi dettagli che, con la sua semplicità nel descrivere un sapone ricavato dalle castagne, la gioia nel ricevere un paio di banane o un mazzo di carte, permette a noi lettori di scoprire particolari ancora inediti di una delle pagine più drammatiche nella storia dell’umanità.
Federica Seneghini, firma del Corriere della Sera, in occasione del Giorno della Memoria porta questa storia all’attenzione del grande pubblico.
Perché leggerlo in classe
- Per parlare della quotidianità di una famiglia ebrea degli anni Quaranta e per riflettere sulle difficoltà che tantissime persone hanno dovuto fronteggiare: il continuo susseguirsi di divieti, più o meno assurdi, fino alla drammatica scelta di fuggire
- Per leggere l’unico diario italiano noto risalente a quell’epoca, ed entrare così nel mondo di una bambina che per certi versi ci ricorda Anna Frank.
- Per continuare a ricordare l’importanza del fare memoria.
Trovi qui una presentazione del libro a cura di Federica Seneghini.