E se i libri fossero capaci di parlare, ridere e litigare, proprio come noi?
Che cosa succede quando le porte della Biblioteca Ariosto si chiudono, le lampade si spengono e nella sala di lettura scende il silenzio? Be’, ovvio: i libri possono smettere di fingersi inanimati, sgranchirsi le pagine e riunirsi in assemblea. Esatto, avete capito bene, i libri parlano, vivono… e, sorprendentemente, mentre noi li leggiamo, loro leggono noi. È quello che accade ad Alice (nel Paese delle Meraviglie) che si ritrova prima tra le mani del giovane Michele Pepe, appassionato lettore e aspirante scrittore, poi in quelle di Nina Specchi, alle prese col suo primo romanzo da illustrare per guadagnarsi la promozione a scuola. Entrambi dimenticano tra le sue pagine alcuni oggetti preziosi, e quando per recuperarli tornano in biblioteca scoprono che Alice non c’è. È stata presa in prestito? Peggio: è stata rapita! Un ‘avventura in (precario) equilibrio tra letteratura e realtà.
Perché leggerlo in classe
- Il romanzo è ricco di parallelismi con Alice nel Paese delle Meraviglie, il classico di Carroll che continua a ispirare e affascinare generazioni di lettori.
- Numerose citazioni di romanzi classici, con tanto di appendice finale che li racconta in modo ironico e divertente per invogliare alla lettura.