Un libro in occasione del Giorno del Ricordo
Tante, piccole, diverse storie, che tutte insieme raccontano una pagina della Storia con la S maiuscola, e ci invitano a tenere accesa la luce del ricordo, per non dimenticare.
C’è un pezzo di storia italiana che ancora fatica a trovare spazio nei testi scolastici e, più in generale, nella memoria collettiva. È la storia di istriani, fiumani, dalmati: uomini e donne nati e cresciuti in una terra di confine e che durante la Seconda Guerra Mondiale hanno sperimentato il dramma delle foibe prima e dell’esodo poi. Come Erminia, che ha solo dodici anni quando vede scomparire una cara amica di famiglia nelle spaventose voragini carsiche.
Graziano, la cui anima è ancora impigliata in quella notte in cui precipitò nel vuoto senza fine di una foiba, da cui si salvò miracolosamente. Italia, che stringe tra le mani la sua teiera rossa, simbolo del giorno in cui, per rimanere italiana, fu costretta a lasciare la sua casa e la sua terra in nome di un futuro ignoto. O Fabio, i cui ricordi di bambino nelle baracche dei campi profughi sono intrisi di tristezza e nostalgia.
Perché leggerlo in classe
- Per parlare di esodo istriano e di foibe, una delle pagine della Storia italiana meno note e più drammatiche.
- Per affrontare in maniera più approfondita una pagina di storia fino a qualche anno fa ancora poco conosciuta
- Per riflettere sulle condizioni di chi ha vissuto un grande trauma da piccolo
- Il libro è scritto in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Un altro titolo che tratta lo stesso argomento è La bambina con la valigia di Gigliola Alvisi e Egea Haffner.