La ragazza ingannata e impaurita che doveva essere costretta a nozze è lontana anni.
Al suo posto c’è una donna, madre di una splendida bambina.
Amani El Nasif nasce in Siria, è giornalista e scrittrice, e da anni si confronta nelle scuole con ragazze e ragazzi sul delicato tema dei matrimoni combinati e dei maltrattamenti di cui sono vittime le donne.
Insieme alla giornalista Cristina Obber ha scritto per Piemme Siria mon amour, in cui racconta la sua storia personale. Dopo essere cresciuta in Italia, quando compì sedici anni fu portata dalla madre, con una scusa, nel suo paese di origine. Dovevano essere solo cinque giorni: diventarono 13 mesi di violenza psicologica e fisica.
Dopo i primi entusiasmi per un mondo diverso e affascinante, ricco di profumi e sapori nuovi, Amani scoprì di essere stata promessa in sposa a un cugino, mai conosciuto e mai amato. Le dissero che in Italia non sarebbe più tornata.
Amani si ribellò a quel fidanzamento e a quell’uomo, pagando un prezzo molto alto, in una realtà dura e violenta dove le donne non sono che oggetti sotto la tutela dei maschi. Lontana dalle sue amiche e da Andrea, il suo ragazzo, Amani ha resistito e lottato fino a riprendersi la sua vita.
Oggi vive a Bassano del Grappa, dove lavora in uno studio di ingegneria, si è sposata per scelta e per amore, e ha una bambina di nome Vittoria.
È proprio alla figlia che è dedicato il nuovo libro Sulla nostra pelle. Un libro contro la violenza sulle donne.
Il suo nuovo libro
Amani porta da anni nelle scuole la sua esperienza: in questo nuovo libro è partita dalle domande che ragazze e ragazzi le hanno rivolto per ricostruire la sua storia e la sua lotta.
Ma ricostruire il suo passato è solo il punto di partenza del libro, perché Amani allarga poi lo sguardo e racconta la storia di tante altre ragazze e donne che in Italia hanno subito e continuano a subire violenza: violenza psicologica, verbale, economica, fisica, sessuale.
È un libro pieno di storie di ribellione, ma purtroppo anche di storie di dolore, di donne che non sono riuscite a uscire dalla gabbia, a volte dorata e a volte troppo buia, della loro famiglia o di un amore soffocante.
C’è per esempio la storia di Saman, uccisa dai cugini con il consenso dei genitori, perché ha rifiutato un matrimonio combinato; o quella di Dorina, uccisa a martellate dal marito perché non accettava un possibile divorzio.
Ogni storia di donna a cui è stata negata la libertà, con un diverso tipo di violenza, racconta a ragazze e ragazzi quanto sono fragili i diritti che fino ad oggi conquistati, che hanno ancora bisogno di radicarsi nella mentalità della società intera.
È per tutte loro che Amani El Nasif ha scritto queste pagine. Per farle conoscere, ma anche per dare ai lettori più giovani gli strumenti per identificare e combattere le situazioni di ingiustizia e di privazione di quella libertà a cui ogni essere umano ha diritto.
Leggi un estratto del libro
Nelle prime pagine Amani racconta uno degli anagrammi del suo nome “L’ansia, ma fine”. A partire da questa frase, l’autrice parla di come i viaggi in aereo le mettano ansia, a causa di quel volo che aveva preso da sedicenne, ignara di quello che le sarebbe successo una volta atterrata in Siria…
Scarica qui il primo capitolo.