La rosa, che dà il titolo al libro, fu il fiore più amato da mio padre, che coltivava nel giardino della casa estiva di San Ciro. La rosa, simbolo di fascino e armonia, rappresenta la bellezza della libertà, intesa come indipendenza e autodeterminazione.
Rocco Chinnici fu ed è simbolo di libertà autentica.
dalla prefazione al libro scritta dall’avvocato Giovanni Chinnici, figlio del giudice.
Il 23 marzo 2022 ricorre il trentesimo anniversario della strage di Capaci, mentre il 19 luglio ricorderemo la strage di via D’Amelio. Su LeggendoLeggendo, attraverso l’iniziativa Settimana della Legalità, segnaliamo giorno per giorno i libri che permettono di approfondire a scuola aspetti diversi legati al tema mafia e di conoscere le persone che hanno combattuto contro di essa.
Su LeggendoLeggendo abbiamo approfondito nei giorni scorsi i seguenti titoli:
- La casa di Paolo (Rizzoli), di Sara Loffredi e Marco Lillo
- Per questo mi chiamo Giovanni (Rizzoli), di Luigi Garlando
- Le parole contro la mafia (Piemme), di Gian Carlo Caselli e Guido Lo Forte, a cura di Sara Loffredi
- La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia (Mondadori), di Annamaria Frustaci
Nel libro di cui parliamo oggi, La rosa della giustizia (Piemme) di Cinzia Capitanio, si approfondiscono la vita e le azioni di Rocco Chinnici, magistrato italiano che istituì il pool antimafia e collaborò con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Fu ucciso in un attentato a Palermo nel 1983.
La trama del libro
Marco ha solo tredici anni ma fa parte di una baby gang. Per allontanarlo da questa realtà i genitori decidono di fargli trascorrere l’estate con il nonno che vive a San Ciro, un paese dell’entroterra siciliano.
Questa scelta scatena in Marco una rabbia profonda, perché per lui il nonno è quasi un estraneo. Dopo la prima fase di ribellione, Marco inizierà a conoscere i ragazzi del posto e anche a scoprire il passato del nonno. Attraverso i suoi racconti capirà che cos’è la mafia e, soprattutto, il ruolo che hanno avuto uomini coraggiosi e tenaci come il giudice Rocco Chinnici, che proprio a San Ciro, trascorreva le vacanze estive.
So quello che provi. So cosa significa desiderare con forza di far parte di qualcosa di grande. Fu proprio per questo che mia madre mi portò dal giudice Chinnici. Avevo anch’io, proprio come te, la smania di entrare a far parte di un gruppo nel quale sentirmi importante. Dopo aver assistito al rito di iniziazione, poi… non riuscivo a pensare ad altro. Da quando era stato “combinato”, cioè era diventato ufficialmente un membro di Cosa Nostra, mio cugino Mimmo era cambiato. Era un uomo d’onore e io volevo essere come lui.
L’autrice
Cinzia Capitanio è nata e vive a Vicenza. Laureata in Scienze dell’Educazione, insegna da molti anni. I libri sono da sempre la sua passione perché sono un mezzo meraviglioso per viaggiare con la fantasia, ridere e pensare.
Ha pubblicato racconti per bambini e ragazzi, tra cui Scintilla (finalista al Premio Il Battello a Vapore nel 2014). Nel 2021 ha vinto il Premio Bancarellino.